TEST – Dipendenza da Smartphone: scopri il tuo livello
Scopri se sei a rischio dipendenza da smartphone. Fai il test di autovalutazione e ottieni suggerimenti per migliorare le tue abitudini. Inizia ora!
Migliaia di scienziati, psicologi e ingegneri informatici lavorano al servizio delle Big Tech per creare strumenti che ci tengono incollati agli schermi, rubano la nostra attenzione per tenerci quanto più tempo possibile sulle loro applicazioni. Usano le più recenti conoscenze sul funzionamento del cervello umano per manipolare i nostri comportamenti. Ogni giorno conducono esperimenti su milioni di persone.
E’ una lotta impari. Dobbiamo difenderci. Dobbiamo RESISTERE.
Il contenuto di questo articolo è tratto dalla mia tesi di laurea sulla dipendenza da WhatsApp. I risultati del lavoro sono diventati un articolo scientifico pubblicato a Luglio 2023 su “Italian journal of sociology of education“. Qui trovi una sintesi in italiano dell’articolo: Nuove dipendenze digitali: più a rischio giovani, donne e chi ha un basso livello di istruzione. Oppure clicca qui per scaricare il PDF dell’articolo originale: Exploring New Digital Addictions: Developing a WhatsApp Addiction Index.
Il cervello umano si è evoluto per fronteggiare rischi e opportunità presenti nella natura. Da pochissimo tempo, un periodo ridotto e insignificante nella storia dell’evoluzione umana, viviamo una quotidianità radicalmente diversa dai nostri
antenati. Una quotidianità che è stata sostanzialmente simile per millenni e che sta cambiando in maniera repentina negli ultimi decenni, troppo poco perché il
cervello possa biologicamente adattarsi ai nuovi stimoli tecnologici. Per questo
motivo reagiamo con meccanismi antichi a stimoli moderni.
La ricerca scientifica continua il suo progresso e lo studio del cervello umano ha
fatto passi da gigante. Rimangono ancora molti aspetti da chiarire. Per esempio,
dobbiamo ancora capire cosa sia esattamente la coscienza. Il cervello è un muscolo straordinario composto da 86 miliardi di neuroni; ogni neurone ha fino a 10 mila connessioni con altri neuroni. Questa rete di connessioni crea una potenza di calcolo incredibile. Senza dubbio si tratta della più complessa macchina dell’universo conosciuto. Il cervello si è ottimizzato per essere efficiente per questo adora le scorciatoie e in alcuni aspetti il suo comportamento è prevedibile.
Gli studi di neurologia hanno svelato alcuni di questi meccanismi, meccanismi
che sempre più spesso vengono usati per manipolare le persone. È il caso del
cosiddetto circuito o sistema dopaminergico. Nel 2021 Hoepli ha pubblicato un
Manuale di neuromarketing (Garofalo et al., 2021) i cui autori sostengono che:
“Da numerose ricerche neurofisiologiche condotte in tutto il mondo, abbiamo appreso che l’aspettativa di una gratificazione, riguardante sia il suo ammontare sia la sua probabilità di accadimento nonché gli errori di previsione e i conseguenti processi di apprendimento derivanti dall’esperienza, dipendono a livello neurale dall’attività del sistema dopaminergico, vale a dire un sistema che origina nell’area tegmentale ventrale e nell’ipotalamo e che si articola in quattro distinte vie neurali, di cui quella meso-limbica […] è certamente la più importante […] perché governa il sistema dell’apprendimento dal rinforzo e influenza le risposte comportamentali a stimoli che richiamano gratificazioni o punizioni”(pagina 36).
Nel sistema dopaminergico viene prodotta la dopamina, una sostanza chimica, che ha la funzione di neurotrasmettitore, coinvolta in molti processi e funzioni
importanti del cervello. È stato dimostrato dagli studi di Wolfram Schultz (1986)
che il rilascio di dopamina è collegato al sistema delle ricompense, quando proviamo piacere il cervello rilascia dopamina. La dopamina è lo stesso neurotrasmettitore stimolato dalle droghe pesanti o da ricompense di ordine
fisiologico come il sesso, il buon cibo e la musica. Gigli ed Eleuteri (2011) in un
volume dedicato alla dopamina specificano che:
“La selezione naturale ha dotato il cervello di centri che rispondono agli stimoli legati alla sopravvivenza e capaci, in seguito al contatto con essi, di dar luogo ad una risposta emozionale positiva. Tale risposta emozionale è costituta da un insieme di comportamenti percepiti con stimoli gratificanti e si comportano come dei rinforzi positivi che determinano nell’individuo il cosiddetto comportamento motivato. Questo provoca una continua ricerca dello stimolo, da parte dell’individuo, per raggiungere i suoi risultati gratificanti, avvertiti con sensazione di euforia e appagamento. In alcuni esperimenti condotti in laboratorio, negli animali che hanno imparato ad accedere a orario a un distributore di cocaina, si è osservato che il rilascio di dopamina nel nucleo accumbens inizia alcuni minuti prima della fase consumatoria. Questi risultati ci fanno comprendere che il rilascio di dopamina controlla l’attenzione, il desiderio, la condizione motoria e la gratificazione connessi all’assunzione delle droghe”.
La dopamina è quindi legata ai meccanismi che causano la dipendenza. Il rilascio
di dopamina ci fa provare piacere e siamo naturalmente attratti dagli stimoli che ci danno belle sensazioni. Tra gli stimoli che ci danno piacere ci sono le ricompense: il pulsante Like di Facebook non è stato inserito lì a caso.
Presso la Stanford University, negli Stati Uniti, c’è lo Stanford Persuasive Technology Lab, che in seguito ha cambiato nome diventando Behavior Design Lab, Models and Methods For Behavior Change, un laboratorio dove viene insegnata la Captologia: lo studio dei computer come tecnologia persuasiva in grado di manipolare il comportamento delle persone. Il fondatore e direttore del laboratorio è il professore B.J. Fogg, autore di numerosi libri e articoli accademici sul tema. Come si può leggere sul suo sito ufficiale nella sezione dedicata alla Teaching philosophy, i suoi scopi sono orientati a determinare un cambiamento positivo nel mondo. B.J. Fogg – è il ricercatore stesso ad ammetterlo – probabilmente non aveva pienamente capito la potenzialità delle sue ricerche.
Il modello di business dei social media è basato sulla vendita dell’attenzione dei propri utenti. Gli iscritti accedono gratis alle piattaforme che a loro volta per sostenersi e generare profitto vendono spazi pubblicitari agli inserzionisti. Grazie alla quantità enorme di dati raccolti durante l’utilizzo delle piattaforme, gli inserzionisti hanno la possibilità di personalizzare gli annunci pubblicitari con una precisione, un’efficienza e un’analisi dei risultati mai viste prima. Le monete di scambio per poter utilizzare gratis queste applicazioni sono, da un lato, la concessione a raccogliere i nostri dati personali mentre le usiamo e, dall’altro, la nostra attenzione ovvero il tempo che trascorriamo su di esse. Più tempo utilizziamo le piattaforme più dati vengono raccolti e più possiamo essere esposti ad annunci pubblicitari personalizzati in base alle cose a cui abbiamo mostrato interesse mettendo un like o un cuore, alle nostre azioni passate sul web, agli acquisti fatti (on-line e off-line pagati con carta), ai video visti, ai siti sui quali abbiamo navigato, alle parole usate nelle chat, ai luoghi che abbiamo visitato. L’elenco potrebbe continuare molto a lungo: viene monitorato tutto quello che facciamo online.
È chiaro quindi perché le grandi compagnie tecnologiche, proprietarie di queste applicazioni, facciano di tutto per catturare la nostra attenzione e tenerci online quanto più tempo possibile. Per raggiungere questi scopi si affidano alle neuroscienze che sfruttano le debolezze del cervello umano.
Nel 2015 a Venice, California, veniva fondata la Dopamine Labs da T. Dalton Combs and Ramsay Brown, due neuroscienziati con un dottorato presso la University of Southern California. L’azienda è in grado di aumentare il coinvolgimento degli utenti e il rinforzo positivo di qualsiasi applicazione usando l’intelligenza artificiale. In un’intervista rilasciata il 6 maggio 2019 alla testata Heidi.news, Ramsay Brown ha specificato come funziona il loro progetto:
“Se sul tuo smartphone c’è un’esperienza inaspettatamente deliziosa verrai ricablato per ripetere quell’azione in futuro. Il nostro cervello rilascia dopamina quando proviamo piacere e uno dei percorsi della dopamina nel cervello gioca un ruolo importante nella componente motivazionale dei comportamenti basati sulla ricompensa. Quindi le persone tendono a ripetere il comportamento che le fa sentire bene.
Abbiamo costruito un motore di previsione che apprende il modello di ogni persona in modo univoco e predice i momenti in cui gli stimoli di piacere dovrebbero essere forniti per premiare una determinata azione”.
Nell’intervista Ramsay Brown dichiara anche che il momento giusto per dare queste ricompense è diverso per ogni persona ed è una via di mezzo tra il riceverle sempre e non riceverle mai, entrambe situazioni per cui non si creerebbe l’effetto dipendenza. Questo meccanismo di ricompense a intermittenza si basa sull’esperienza scientifica della realizzazione delle slot machine programmate per restituire circa il 70% dei soldi. Scorrendo il feed di un social media siamo come di fronte a una slot machine, invece di alternarsi perdite e vincite, si alternano stimoli neutri o negativi a vari tipi di ricompense o stimoli positivi. La Dopamine Labs nel 2017 ha cambiato nome ed è diventata la Boundless Mind, “mente illimitata”. Probabilmente presi da uno scrupolo di coscienza, i fondatori hanno creato un’applicazione chiamata Space che utilizza la loro tecnologia al contrario, riducendo la spinta a continuare un comportamento, con l’obiettivo di aiutare le persone a trovare un equilibrio nella loro vita digitale.
Lo sfruttamento del circuito dopaminergico è solo una delle tecniche che vengono usate per manipolare il comportamento degli utenti. Dal punto di vista sociologico si possono aggiungere i meccanismi legati alla riprova sociale e da quello psicologico il discorso relativo all’autorealizzazione. Focalizzandosi meramente sugli aspetti tecnici, i social media usano innumerevoli touchpoint attraverso i quali reclamano la nostra attenzione, come le notifiche o le email.
Quando apriamo queste applicazioni ognuno di noi vede una versione diversa creata e calibrata appositamente per noi da algoritmi di autoapprendimento che imparano a conoscere quello che ci piace. Con l’analisi di enormi quantità di dati, vengono creati dei pattern di interessi comuni e ci vengono proposti contenuti che hanno un’alta percentuale di gradimento perchè sono piaciuti a persone con comportamenti simili ai nostri. Questo aspetto può creare delle bolle di informazioni dove non esiste il contraddittorio e non si viene esposti a punti di vista diversi: l’ambiente ideale per la proliferazione di teorie complottiste, fake news e pericolose estremizzazioni.
Le aziende sviluppatrici dei social media utilizzano la conoscenza scientifica per manipolare il comportamento delle persone con lo scopo di massimizzare i profitti. C’è un effetto collaterale imponente: gli esseri umani stanno sviluppando malattie causate dalle applicazioni che sono state progettate appositamente, e consapevolmente, per creare dipendenza. Il sogno originario di internet è stato tradito: i social media ci permettono di collegarci tra di noi facilmente e gratuitamente, ma, mentre lo fanno, abusano delle debolezze del cervello umano incuranti degli effetti collaterali sulla vita di miliardi di persone.
All’interno della comunità della Silicon Valley c’è chi ha iniziato a mettere in discussione questo modello di business. Tristan Harris, per esempio, allievo di Fogg a Stanford, dopo aver lavorato a Google ha denunciato le manipolazioni delle grandi Big Tech fondando un’organizzazione no-profit e, tra le altre cose, recitando anche in Social dilemma, un documentario distribuito da Netflix. Un altro attivista è Jaron Lanier (2018), autore del libro Dieci ragioni per cancellare subito i tuoi account social, secondo cui è possibile un modello di business differente che consenta ai social media di non sfrutturaci come utenti. Un modello in cui paghi per il servizio e i tuoi dati sono più al sicuro. I legislatori per forza di cose sono più lenti dell’innovazione tecnologica ma in Europa ci si sta muovendo verso la tutela dei consumatori e in risposta alle nuove normative sia Meta (Facebook e Instagram) che TikTok hanno annunciato il rilascio della versione a pagamento dei loro social che sarà senza pubblicità. Il rischio di questo nuovo modello di business è che le persone che hanno capacità economica potranno accedere alla versione a pagamento mentre chi non può pagare sarà costretto a collegarsi alla versione “spazzatura”, in questo modo il divario sociale e le disuguaglianze continueranno ad espandersi.
Nel 2021 fa un’ex dipendente di Facebook ha svelato le prove per cui Meta fosse a conoscenza degli effetti deleteri di Instagram sulla salute mentale delle adolescenti e di non aver fatto niente per risolvere il problema.
Recentemente il sindaco di New York ha denunciato i social media perchè sono un “pericolo per la salute pubblica, devono essere saranno trattati alla stregua di altri pericoli e i giovani devono essere protetti”.
Scopri se sei a rischio dipendenza da smartphone. Fai il test di autovalutazione e ottieni suggerimenti per migliorare le tue abitudini. Inizia ora!
Garofalo, C., Gallucci, F., & Diotto, M. (2021). Manuale di Neuromarketing. Hoepli.
Schultz, W. (1986). Responses of midbrain dopamine neurons to behavioral trigger stimuli in the monkey. Journal of Neurophysiology, 56(5), 1439–1461. https://doi.org/10.1152/jn.1986.56.5.1439
Gigli, D., & Eleuteri, F. (2011). La dopamina nel nucleo accumbens: la cocaina, la motivazione e la sensazione di piacere. Volume Edizioni. Collana Behavioral Neurochemistry.
Lanier, J. (2018). Dieci ragioni per cancellare subito i tuoi account social, trad. Francesca Mastruzzo. Il Saggiatore.
Con pratiche supportate scientificamente, attraverso il contatto con la Natura selvaggia dentro e fuori di te, posso aiutarti a essere felice, forte e in salute.
Studio gli effetti dell’uso dello smartphone e le soluzioni per contrastarli attraverso la Natura
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